GIOCHI ALL’APERTO
Sviluppare e potenziare le abilità neuropsicomotorie mediante attività di gioco da svolgere all’aperto
A cura di Dott.ssa Federica Bonfante e Dott.ssa Elisa La Ferrera, TNPEE
La primavera e l’estate sono le stagioni in cui maggiormente si può sfruttare il bel tempo per concedersi qualche attività all’aria aperta. E allora perché non approfittarne per dedicarsi ad alcuni giochi da provare con mamma, papà, fratelli, sorelle e amici e nello stesso tempo potenziare le abilità neuropsicomotorie?
Il gioco è infatti l’elemento principale nella pratica neuropsicomotoria. Esso viene utilizzato dai Terapisti della Neuropsicomotricità dell’Età Evolutiva quotidianamente, come mezzo per sviluppare e potenziare le abilità dei piccoli pazienti.
Nello specifico, il Terapista della Neuropsicomotricità si occupa di osservare, valutare e potenziare:
- Le coordinazioni motorie globali, le quali esprimono l’aspetto cinetico dell’attività motoria: le semplici valutano gli spostamenti a corpo libero, senza particolari adattamenti spazio-temporali; le complesse implicano un certo grado di equilibrio dinamico e di controllo tonico e necessitano di una pianificazione spazio-temporale del gesto.
- Le coordinazioni oculo-motorie che si caratterizzano invece per la richiesta di un controllo visivo continuo e necessitano di un adattamento maggiore all’ambiente in cui si svolgono.
- Le regolazioni toniche. Esse consistono nella capacità di dosare la contrazione muscolare di base allo scopo di mantenere le posture e contribuire all’esecuzione fluida ed economica del gesto.
- Le competenze sensoriali e propriocettive fondamentali al fine di esplorare l’ambiente con i propri sensi e percepire la posizione del proprio corpo e dei segmenti corporei all’interno dello spazio.
- Una corretta propriocezione è la base per conoscere in modo appropriato il proprio schema corporeo e per rappresentarlo adeguatamente in modo figurativo.
- La motricità settoriale o fine; essa indaga la capacità di dissociare e organizzare i movimenti dell’arto superiore, delle mani e delle dita. Nello specifico, si considerano i parametri di sequenzialità, regolazione del tono, fluidità e armonia del gesto.
- le abilità prassiche: le prassie sono definite come gesti svolti in sequenza finalizzati al raggiungimento di uno scopo predefinito che richiedono l’adattamento a situazioni/ambienti nuovi; esse rivelano importanti informazioni sia negli aspetti esecutivi che di pianificazione di un’azione. L’inserimento di un problem solving spaziale richiede un aumento dell’impegno a livello rappresentativo, di pianificazione e di anticipazione.
- Le competenze visuo-percettive e visuo-spaziali. Queste permettono di analizzare le immagini e di dar loro un significato, nonché di cogliere le relazioni fra esse all’interno dello spazio, di confrontarle, sintetizzarle, memorizzarle.
- le abilità grafomotorie, implicate nelle attività di disegno e scrittura, nelle quali il soggetto traccia un segno volontario e rappresentativo a partire da un’immagine mentale o su copia. Esse comprendono inoltre gli aspetti posturali e corporei coinvolti in tale processo.
Oltre a queste abilità, il Terapista della Neuropsicomotricità osserva in modo trasversale le funzioni esecutive (tra cui attenzione, inibizione, pianificazione, memoria di lavoro, flessibilità), la comprensione delle consegne, il comportamento, la regolazione delle emozioni, le competenze relazionali verso l’adulto e, se in gruppo, con i coetanei, la capacità di adattamento al nuovo setting.
Tutte le abilità sono osservate in quanto fondamentali per lo sviluppo non solo neuropsicomotorio ma anche globale del bambino: le abilità motorie, fino-motorie, percettive, spaziali e l’attenzione sono solo alcune tra le competenze di base dell’apprendimento scolastico e delle abilità quotidiane. Si pensi, ad esempio, a come un buon controllo posturale possa influire su una buona capacità grafomotoria, all’orientamento spaziale in qualità di prerequisito per le competenze matematiche, o a come la percezione visiva permetta di differenziare e analizzare correttamente la forma delle lettere.
Come accennato precedentemente, lo strumento di lavoro principale del Neuropsicomotricista è il gioco, mediante il quale sono osservate le competenze del bambino.
Nella pratica neuropsicomotoria, l’iter di presa in carico seguito dal bambino e dalla famiglia prevede una prima valutazione delle abilità, in seguito alla quale viene stilato un piano di trattamento, con obiettivi di lavoro specifici. Il raggiungimento di tali obiettivi viene sempre perseguito attraverso attività ludiche, opportunamente scelte e monitorate dal professionista al fine di stimolare o incrementare l’abilità prescelta.
Inoltre, per permettere una continuità tra percorso terapeutico e quotidianità, vengono consigliati ai genitori alcuni giochi come attività di mantenimento rispetto agli esercizi svolti in seduta: sono infatti suggeriti giochi personalizzati a supporto del progetto terapeutico, considerando e adattando i materiali presenti in casa, gli spazi domestici, oppure proponendo l’acquisto di eventuali giochi specifici.
Quando la stagione lo favorisce, molti consigli vertono su attività da svolgere in esterno, nel giardino di casa o al parco, con i genitori o con gli amici. La riscoperta di giochi come “Regina Reginella” può allora permettere di potenziare, al di fuori della seduta neuropsicomotoria, le coordinazioni cinetiche e la loro differente programmazione motoria (il salto della rana, i passi stretti della formica, il galoppo del cavallo, il cammino all’indietro del gambero), la comprensione delle consegne, le capacità relazionali e sociali nel rispetto dei turni e delle regole, la gestione delle emozioni.
Partendo da queste premesse e nell’ottica di favorire una continuità non solo con un progetto terapeutico, ma anche di stimolare le competenze neuropsicomotorie nei bambini con sviluppo fisiologico, si espongono di seguito alcune attività da svolgere all’aperto, per trascorrere qualche momento insieme, divertirsi, ma allo stesso tempo “lavorare” sul potenziamento e consolidamento delle abilità psicomotorie.
Rispetto alle aree neuropsicomotorie elencate sopra, in questo articolo saranno approfonditi, in particolare, gli ambiti delle coordinazioni cinetiche, della regolazione tonica, della propriocezione, della sensorialità, dell’attenzione motoria e uditiva, senza dimenticare le emozioni e gli aspetti relazionali e sociali dei giochi di gruppo.
Quali abilità sviluppano i giochi?
- Concentrazione, attenzione, ascolto e comprensione
- Capacità di ideazione, pianificazione e verifica
- Abilità motorie globali, di coordinazione occhio-mano, di motricità fine, prassiche
- Percezione e abilità visuo-spaziali
- Organizzazione temporale
- Pensiero visivo: sviluppo delle competenze visuo-percettive, della comprensione delle immagini e dei disegni
- Pensiero logico: capacità di prendere decisioni motivate e logiche
- Pensiero creativo: capacità di usare l’immaginazione e trovare nuove idee
- Pensiero strategico: capacità di prevedere e valutare le conseguenze delle decisioni
- Problem-solving: capacità di affrontare i problemi e superare gli ostacoli
- Abilità linguistiche: arricchire il vocabolario, sviluppare la lettura, la scrittura e le altre abilità nell’ambito del linguaggio
- Abilità matematiche: sviluppare la comprensione dei numeri e delle forme geometriche
- Competenze personali: entrare in relazione con se stessi, conoscere le proprie capacità, provare emozioni, tollerare la frustrazione
- Competenze sociali: cooperare con altri, attenersi alle regole, vincere e perdere sportivamente
- Affettività
Come insegnare un gioco nuovo?
- Guardare il bambino negli occhi
- Usare parole semplici e frasi brevi, ripetere le informazioni più importanti
- Usare gesti mentre si spiega il gioco, ponendo l’accento sui passaggi salienti
- Sincerarsi che il bambino stia capendo la spiegazione
- Chiedergli di spiegare il gioco e invitarlo a fare domande
- Fare commenti e mostrare che ci si sta divertendo mentre si gioca
- Se il bambino non vuole giocare, non insistere e provare in un altro momento o con un altro gioco
Come giocare?
- È possibile variare i giochi, adattarli, cambiare le regole per renderli più divertenti e interessanti
- Dare al bambino dei suggerimenti strategici per superare eventuali difficoltà e fare sempre meglio (“cosa succede se fai così?”, “cosa devi provare a fare?”)
- Osservare il bambino: se è stanco, farlo riposare, cambiare gioco, cambiare compagno di giochi
- Cercare di coinvolgere nei giochi tutte le persone che stanno intorno al bambino
- Aiutare il bambino, ossia fornirgli strategie che possa interiorizzare al fine dell’autonomia, senza sostituirsi a lui