Articolo scritto da
dott.ssa Dalila Vallino, logopedista
dott.ssa Sara Pesaresi, biologa nutrizionista
Le proprietà del latte materno
L’allattamento è uno straordinario investimento per la salute del proprio piccolo: grazie alle sue proprietà, infatti, il latte materno è in grado di favorire un corretto sviluppo del bambino e proteggerlo da molte malattie.
Il latte materno è un tessuto vivo e rappresenta l’alimento perfetto per assicurare una crescita ed uno sviluppo ottimale di tutti i bambini.
Infatti matura e si modifica col bambino in base alle sue necessità:
– funge da protezione naturale > ad es. in caso di malattia, il capezzolo materno, venendo a contatto con la bocca del bambino, è in grado di inviare informazioni al seno che in seguito produce immunoglobuline specifiche (anticorpi) che dal latte materno passano al piccolo durante l’allattamento (fonte Leche League);
– funge da ricco nutrimento per il bambino appena nato > il primo latte dopo il parto si chiama “colostro” il quale è in grado di fornire al neonato, in piccole dosi (una donna di solito ne produce dai 10 ai 20 mL al dì), una grande quantità di kcal, una condizione perfetta per un bimbo appena nato il cui stomaco è grande più o meno come una ciliegia (per questo, in questo periodo, si osservano ripetute piccole poppate);

– disseta il bambino > la composizione del latte varia durante la singola poppata, presentandosi più fluido, più ricco di acqua e meno ricco di grassi all’inizio della poppata (soddisfacendo la sete del bambino) e con una maggiore componente grassa e meno liquida con il proseguimento della stessa poppata (questo spiega perché il bambino, quando fa più caldo come in estate, si attacca più frequentemente, ma per un tempo più breve).
La formula, invece, rimane invariata nella composizione.
Di seguito vengono riportati altri benefici per il bambino allattato; il latte infatti:
- riduce l’incidenza e la durata delle gastroenteriti;
- protegge dalle infezioni respiratorie;
- riduce il rischio di sviluppare allergie;
- migliora la vista e lo sviluppo psicomotorio;
- migliora lo sviluppo intestinale e riduce il rischio di occlusioni;
- influenza lo sviluppo morfologico e funzionale di labbra, mandibola, lingua, denti e muscoli del volto;
- protegge contro le otiti;
- riduce il rischio di diabete e di tumori del sistema linfatico
Non solo il bambino, ma anche la mamma ha notevoli vantaggi nell’allattare al seno il proprio bambino.
Il latte materno:
- è gratuito, non ci sono costi di preparazione;
- è pratico, sempre pronto alla giusta temperatura;
- stimola la naturale contrazione dell’utero riducendo il naturale sanguinamento post partum e consentendo all’utero di tornare alle dimensioni normali più velocemente;
- aiuta a perdere il peso accumulato durante la gravidanza;
- riduce il rischio di sviluppare osteoporosi;
- previene alcune forme di tumore al seno e all’ovaio.
Gli effetti positivi sulla salute del bambino e della madre, perdurando, fanno della protezione, promozione e sostegno dell’allattamento al seno uno degli interventi di salute pubblica più rilevanti in termini di efficacia e di rapporto costo/beneficio.
Per tali motivi l’OMS raccomanda l’allattamento in maniera esclusiva fino al compimento del sesto mese di vita. “È importante, inoltre, che il latte materno rimanga la scelta prioritaria anche dopo l’acquisto di alimenti complementari, fino ai due anni di vita ed oltre, e comunque finché mamma e bambino lo desiderino”.
Differenze tra latte materno e latte vaccino
Ogni mammifero produce del latte specie-specifico, adatto per il suo cucciolo come si può osservare dalla tabella riportata qui di seguito.

Il latte vaccino (cattle) presenta una quantità di proteine 3, quasi 4 volte quella umana (human), mentre la quantità di lattosio presente nel latte materno è più alta rispetto a quello vaccino.
Queste differenze significative rispecchiano i diversi bisogni del bambino rispetto a quelli del vitellino:
– Il latte di donna è molto più ricco di lattosio di tutti gli altri latti animali per sostenere un adeguato sviluppo e funzionamento dei tessuti celebrali;
– le proteine del latte materno sono più digeribili di quelle presenti nel latte vaccino e in quantità inferiore in quanto, a differenza del vitellino, il neonato non ha bisogno di quella quantità di proteine perché il ritmo di crescita dell’uomo è più lento rispetto ad altri mammiferi.
Il latte materno, inoltre, agisce sulla salute presente e futura del piccolo in altri modi, ad esempio:
– nutre l’intestino del piccolo fornendo “batteri buoni” che inducono effetti protettivi contro molte condizioni avverse (come la diarrea) e costituiscono un microbiota intestinale sano (per approfondire l’argomento microbiota cliccare qui https://www.studiocometaivrea.it/burger-di-piselli-e-lenticchie/). Il latte materno rappresenta solo uno dei fattori in grado di influenzare positivamente lo sviluppo del microbiota del bambino come si può osservare dall’immagine riportata qui di seguito.

– educa il gusto del bambino, il quale può assaporare gli alimenti assunti dalla madre attraverso delle molecole di cibo che vengono rilasciate con il latte materno; in questo modo poniamo le prime basi per intervenire precocemente sull’educazione alimentare del bambino, riducendo il manifestarsi di eventuali difficoltà alimentari (come la selettività alimentare) e vivere più serenamente alcune fasi fisiologiche della crescita (neofobia alimentare).
Per allattamento esclusivo si intende una condizione in cui il bambino riceve solo latte materno, incluso latte materno spremuto (Lms) o latte materno donato (Lmd), escludendo altri alimenti o liquidi, compresa l’acqua (eccetto gocce, sciroppi, vitamine, sali minerali, farmaci, soluzioni reidratanti orali).
L’alimentazione materna e l’allattamento: alcuni falsi miti
Quante volte abbiamo sentito queste frasi? Proviamo a dare delle corrette informazioni con un semplice gioco del vero-falso.
La birra aumenta la produzione di latte > falso
Non puoi assumere il caffè > falso, se ne possono assumere fino a 1-2 tazzine di caffè espresso al giorno
Le coliche del bambino dipendono dal consumo, da parte della mamma, di legumi, cavolfiori > falso
I bambini piangono molto nei primi mesi e questa condizione viene definita come “colica del lattante” o “colica del primo trimestre”. Diversi studi ormai dimostrano che questa condizione non dipende dall’assunzione di alcuni alimenti da parte della madre. Ciò che può aiutare è il contatto con il piccolo, comprendere perché sta piangendo (nel tempo il genitore è in grado di capire le differenti tipologie di pianto) ed, eventualmente, intervenire su quel bisogno (ad es. Potrebbe avere fame, potrebbe essere stanco, potrebbe voler essere preso in braccio). (Istruzioni per curare le coliche, secondo Taubman. Pediatrics num. 74, 1984)
Diverso è il discorso allergie, da valutare attraverso un’attenta valutazione del pediatra, prima di togliere qualsiasi tipo di alimento dalla dieta materna.
Le possibili cause di problemi nell’allattamento
Nei primi giorni di vita il 90% delle donne italiane comincia ad allattare al seno il neonato, ma solo il 10% continua ad allattare oltre i 6 mesi di vita. Per tale motivo si ritiene che sia fondamentale informare adeguatamente le madri in tema di allattamento e guidarle nell’avvio e nella prosecuzione del loro percorso. A tal scopo è bene essere informate e supportate sull’individuazione dei principali problemi che determinano difficoltà di suzione al seno.
La chiave del successo dell’allattamento al seno è un appropriato attaccamento e deglutizione del neonato alla mammella. Infatti, la produzione di latte è determinata per lo più dal bambino, dal suo fabbisogno di latte e dalle sue competenze in termini di trasferimento del latte, in quanto se il seno non viene correttamente drenato, verranno prodotti ormoni che inibiscono la produzione di latte. Proprio per questo motivo è importante allattare “a richiesta” e non secondo rigidi orari. Inoltre, è importantissimo allattare di notte perché è proprio in quel momento che avviene la maggior produzione di ormoni coinvolti nell’allattamento.
Il movimento della suzione è uno schema motorio che deve essere appreso rapidamente dopo la nascita. I primi tentativi di attacco al seno possono anche essere inefficaci dal punto di vista nutrizionale, ma sono utilissimi perché favoriscono un incremento degli ormoni coinvolti nella produzione lattea e sono importanti per il futuro successo dell’allattamento, perché l’apprendimento del neonato si basa su esperienze positive che lo rassicurano.
Il frenulo linguale alterato può rendere la suzione inefficace e quindi non consentire un’adeguata produzione di latte, si stima che il 44% delle problematiche di allattamento al seno nei bambini a sviluppo tipico, sia correlato al frenulo linguale alterato (Hogan e Coll.2012).
Un’altra causa di deglutizione inefficace potrebbe essere un’immaturità delle funzioni orali del bambino, più spesso riscontrata nei bambini nati pretermine o con basso peso alla nascita.
Altre volte non c’è nessuna causa organica, ma semplicemente il bambino non è attaccato correttamente al seno o si è in un a posizione scorretta, questa situazione può essere facilmente modificata con le giuste indicazioni.
I principali segnali che l’attacco al seno e la suzione non sono efficaci sono:
- Dolore al capezzolo durante la suzione;
- Ragadi al capezzolo;
- Ingorghi mammari;
- Mastite;
- Poppate molto lunghe;
- Bambino irrequieto durante o dopo le poppate.
Qualora si riscontrino difficoltà nell’allattamento al seno è importante rivolgersi a figure specializzate che possono individuarne la causa e indicare gli opportuni interventi.
Nei casi di frenulo linguale o labiale alterato la terapia d’elezione è quella chirurgica che deve essere preceduta e seguita da adeguate terapie pre e post intervento per prevenire la formazione di aderenze cicatriziali.
Suzione artificiale e utilizzo del ciuccio
Qualora sia necessario alternare o sostituire l’allattamento al nutrimento tramite formula, è bene che il genitore sia informato sulle strumentazioni e modalità più idonee. La suzione nutritiva e non nutritiva, infatti, hanno un ruolo di modellamento importante sulle strutture ossee e muscolari del complesso bucco-linguo-facciale.
Una revisione sistematica della letteratura pubblicata nel 2020 ha mostrato come l’allattamento al seno favorisce lo sviluppo fisiologico della bocca, consentendo un corretto sviluppo morfologico e funzionale della mascella e della lingua con modellamento del palato duro e appropriato allineamento dei denti, costituendo un fattore protettivo contro le malocclusioni.
L’utilizzo di ciucci e tettarelle invece, hanno l’effetto opposto e possono portare all’instaurarsi di uno Squilibrio muscolare orofacciale (SMOF) associato a deglutizione disfunzionale.
Tra le conseguenze di una deglutizione disfunzionale associata a SMOF troviamo:
- Crescita anomala dei denti, alterazione nell’occlusione dentaria e palato stretto
- Raffreddori, otiti frequenti e possibili apnee notturne
- Difetti di pronuncia a carico di alcuni suoni.
- Problemi posturali a carico della colonna vertebrale.
È bene che i genitori siano informati su un uso consapevole di questi strumenti artificiali, in particolare:
- L’utilizzo del biberon costituisce un interferente per l’allattamento e “l’aggiunta” può portare ad una diminuzione del latte materno, in quanto comporta una diminuzione di richiesta da parte del bambino.
- L’utilizzo del biberon dovrebbe essere interrotto entro l’anno di vita, età in cui il bambino è perfettamente in grado di bere liquidi da tazze e bicchieri tradizionali.
- È sconsigliata l’introduzione del ciuccio finché l’allattamento non è ben avviato perché rappresenta un interferente
- L’utilizzo del ciuccio influisce sulla qualità e la durata dell’allattamento
- È consigliabile sospendere l’utilizzo del ciuccio verso i due anni, per ridurre l’impatto che ha sulle strutture e le funzioni orali.
- È importante farsi guidare nella scelta della tipologia di tettarella e ciuccio e su come utilizzarli correttamente per avere un impatto minore sulle strutture e sulle funzioni orali del bambino. Inoltre uno strumento non adeguato o utilizzato scorrettamente può favorire la presenza di reflusso gastrico.
Inoltre è importante sapere che il biberon non è l’unico strumento per somministrare la formula al proprio bambino, ma che soprattutto nei casi in cui si abbia l’intenzione di avviare o recuperare un allattamento, esistono modalità differenti come l’utilizzo del bicchierino, del dito o del DAS.
A chi rivolgersi per avere un supporto in merito all’allattamento, alla nutrizione artificiale e alle problematiche ad essi connesse?
Oltre a chiedere supporto al pediatra e alle ostetriche, figure maggiormente conosciute, è possibile rivolgersi alla:
- Consulente IBCLC: professionista specializzato nella gestione clinica dell’allattamento e della lattazione umana.
- Logopedista specificatamene formata in ambito 0-12 mesi: per avere un supporto nella valutazione e promozione dei riflessi e della abilità orali del lattante e per eseguire una valutazione e terapia pre e post recisione del frenulo linguale. Inoltre per ricevere un adeguato supporto sulla scelta e l’utilizzo degli strumenti artificiali.
- Mamma alla pari (Peer): mamma che oltre ad avere un’esperienza personale in allattamento, ha eseguito corsi specifici sulla tematica e può dare un primo supporto in caso di necessità e inviare ai professionisti più idonei in caso di problemi. Nella nostra zona del Canavese è presente l’associazione Mom’s che ha proprio questa tra le sue missioni.
- Nutrizionista esperto in allattamento e alimentazione complementare.
- Se la mamma sta prendendo dei farmaci può chiedere informazioni al Centro antiveleni di Bergamo (numero verde 800 883300 ) oppure consultare il sito di LactaMed (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK501922/), un database contenente informazioni su farmaci e altre sostanze chimiche a cui la madre potrebbe essere esposta; questo database contiene informazioni riguardanti gli eventuali effetti avversi ed i farmaci alternativi, facendo riferimento al proprio pediatra o medico di medicina generale.