DISPRASSIA E APPRENDIMENTO
Pillole di consigli utili a scuola
A cura di: Dott.ssa Federica Bonfante, TNPEE e Dott. Filippo Samperi, Tutor dell’Apprendimento
Nella nostra esperienza quotidiana in studio ci troviamo spesso a confrontarci con bambini e ragazzi con sospetto o diagnosi di disprassia. La disprassia è un disturbo che comporta difficoltà nella gestione dei movimenti globali, nelle abilità manuali, nelle abilità gestuali a contenuto prevalentemente simbolico. Il deficit non riguarda solo l’esecuzione dei movimenti ma anche la rappresentazione, la pianificazione, l’organizzazione degli stessi in modo intenzionale e in funzione del raggiungimento di un obiettivo.
Nell’attività clinica, la Terapista della Neuropsicomotricità dell’Età Evolutiva (TNPEE) esegue valutazioni e test finalizzati a contribuire alla sintesi diagnostica, analizzando il profilo del bambino in modo da poter cogliere le caratteristiche specifiche, utili per la stesura del progetto di potenziamento ma anche per impostare le modalità di intervento personalizzate per supportare l’apprendimento e l’evoluzione del bambino. L’analisi del metodo di studio, degli strumenti compensativi e dispensativi può essere svolto, oltre che con il confronto diretto con i docenti, anche con la figura del Tutor dell’apprendimento.
Questa figura professionale supporta spesso gli alunni disprassici al di fuori della scuola, per accompagnare i bambini e i ragazzi nel trovare un metodo di studio personalizzato alle loro caratteristiche. Per fare questo è necessario creare un ambiente di apprendimento prevedibile in cui le attività siano strutturate e sequenziali, per aiutare lo studente a seguire le istruzioni con maggiore facilità. È inoltre importante introdurre un metodo di studio che preveda un supporto visivo (uso di immagini, diagrammi semplici e istruzioni visive) per facilitare la comprensione delle attività e migliorare la pianificazione motoria. Al fine di rendere più facile per il ragazzo l’attività di scrittura, può essere utile consentirgli di utilizzare supporti come PC e tablet, che richiedono meno capacità di coordinazione fine. Un altro punto importante è favorire la verbalizzazione, che solitamente si presenta come punto di forza dei soggetti. È inoltre necessario ricordare che le consegne date devono essere brevi, chiare e semplici.
Fondamentale è, in ogni caso, il confronto con i professionisti sanitari e con il team docente, nonché con la famiglia.
TNPEE e Tutor si ritrovano spesso a cercare metodi alternativi per sostenere le modalità di apprendimento di questi alunni che si scontrano ogni giorno con difficoltà di organizzazione, di comprensione delle consegne, lentezza esecutiva, difficoltà nelle procedure del calcolo, scrittura poco comprensibile, maldestrezza, ridotta autonomia.
Solitamente i docenti riferiscono:
- Disordine sul banco, con oggetti che cadono continuamente
- Difficoltà nel preparare la cartella in modo autonomo
- Lentezza nel prepararsi per l’uscita
- Lentezza nel preparare il materiale per la lezione e disorganizzazione
- Lentezza nella scrittura
- Difficoltà di attenzione, distrazione
- Difficoltà di comprensione delle consegne
- Difficoltà ad organizzare lo spazio-foglio, trovare la linea di scrittura, incolonnare
- Scrittura di lettere e numeri poco leggibile e/o presenza di segni speculari
- Difficoltà ad organizzare un discorso in modo ordinato, orale o scritto
- Difficoltà nella gestione del tempo
Accanto a queste difficoltà compaiono inoltre problematiche di tipo psicologico ed emotivo: spesso i bambini presentano un calo di autostima dovuto alle frequenti frustrazioni provate durante l’apprendimento; di fronte alle attività proposte possono insorgere reazioni di rabbia, rinuncia, impulsività.
Sicuramente l’analisi specifica di ogni singolo soggetto è fondamentale, ma è possibile riassumere alcune caratteristiche più comuni che riportano a difficoltà nelle materie di base, con altrettanti suggerimenti e strategie da adottare. Si sottolinea che non tutti i soggetti disprassici sono uguali e, anzi, si osserva una variabilità di caratteristiche, punti di forza e di debolezza; per questo è importante avere una “cassetta degli attrezzi” con un ampio ventaglio di strategie, da adattare al soggetto e al contesto opportuno. Il confronto con gli specialisti è sicuramente utile per poter personalizzare al massimo gli strumenti.
Si vuole proporre di seguito una piccola dispensa con alcune difficoltà che si possono riscontrare nelle principali materie scolastiche, con qualche suggerimento per poter intervenire in risposta alla problematica. La base di questi consigli è tratta dal libro “Disprassia e apprendimento” di M. Mazeau e C. De Lostec, ed. Erickson, a cui si sono aggiunte esperienze personali.