A cura di Eva Peraglie – Tutor dell’apprendimento
IN CHE MODO IL CLINICO È UNA RISORSA PER IL TUTOR DELL’APPRENDIMENTO?
Il clinico è la figura professionale che ha condotto l’approfondimento diagnostico o che ha intrapreso con lo studente un percorso di natura riabilitativa, come nel caso dei tecnici che lavorano per ottenere un miglioramento di abilità specifiche. Per la natura del suo intervento, la sua conoscenza rispetto le abilità e le fragilità legate all’apprendimento è profonda e articolata e per questo rappresenta per il Tutor una guida in grado di orientarlo nel percorso da intraprendere.
Il clinico, attraverso l’utilizzo di strumenti conoscitivi, restituisce a Tutor, famiglia ed insegnanti il quadro di funzionamento cognitivo del soggetto, evidenziandone i punti di forza e quelli di debolezza. Dal suo contributo e attraverso il confronto tra le parti si possono stabilire gli obiettivi verso cui tendere i percorsi e scegliere le modalità per raggiungerli.
I momenti di intervisione tra clinico e Tutor sono spazi preziosissimi per i percorsi intrapresi. Da un lato permettono di progettare gli interventi alla luce delle osservazioni, cliniche e non, dall’altra rappresentano un momento di condivisione delle informazioni e delle riflessioni che permettono di trarne un quadro del soggetto e della situazione che non si configura come la semplice somma tra le parti, ma come una comprensione più articolata, profonda, contestualizzata.
IN CHE MODO IL TUTOR È UNA RISORSA PER IL CLINICO?
I percorsi si intrecciano e, nonostante abbiano forma, struttura e obiettivi diversi, si integrano e si completano.
Il lavoro del clinico è calato in un setting specifico e strutturato. Il Tutor dell’apprendimento vuole, invece, riprodurre il più possibile l’ecosistema di lavoro dello studente, su cui riflettere e da cui partire per costruire insieme ad esso le strategie, i metodi e i tempi più consoni per lui in vista del raggiungimento di un adeguato livello di autonomia. Per questo il Tutor può diventare la risorsa attraverso il quale il lavoro del clinico viene traslato e contestualizzato nel lavoro autonomo. Il Tutor vuole promuovere il consolidamento delle abilità su cui si concentra il clinico calandole nel contesto di lavoro più vicino allo studente.
Il lavoro di tutoraggio, inoltre, si struttura in un arco temporale ampio e ciò permette di osservare le evoluzioni e i cambiamenti in un’ottica longitudinale, permettendo una riflessione circa i percorsi intrapresi.
Il tutor accoglie le difficoltà e presta attenzione ai campanelli d’allarme. Il confronto con il clinico permette un continuo adattamento dei percorsi alla luce delle osservazioni e nel caso di segnali di disagio, un intervento tempestivo.
Questi percorsi, integrati, possono accogliere il funzionamento del soggetto nella sua complessità e dinamicità, diventando l’uno complementare rispetto all’altro.