a cura della Dott.ssa Dalila Vallino – Logopedista
Comunicare è un bisogno ed una priorità per ogni persona, oltre ad essere un fondamentale diritto umano. Nella comunicazione si apre la relazione con l’altro e si crea la nostra identità personale. In situazioni di normalità la comunicazione avviene attraverso le parole, la scrittura e il linguaggio del corpo, ma in molti casi di disabilità cognitiva, sensoriale o motoria, ciò non può avvenire tramite queste modalità.
Le persone con complessi bisogni comunicativi sono spesso emarginate ed incomprese e sono costrette ad uno sforzo notevole non solo per farsi comprendere, ma anche solo per attirare l’attenzione su di sé ed essere riconosciute nei loro tentativi di comunicazione. Spesso vengono considerate incapaci di comprendere e di provare emozioni, vengono interpretate e anticipate nelle risposte.
Cos’è la Comunicazione Aumentativa Alternativa?
La Comunicazione Aumentativa e Alternativa rappresenta oggi un’area della pratica clinica che cerca di ridurre, contenere, compensare la disabilità temporanea e permanente di persone che presentano un grave disturbo della comunicazione sia sul versante espressivo, sia sul versante ricettivo, attraverso il potenziamento delle abilità presenti, la valorizzazione delle modalità naturali e l’uso di modalità speciali.
L’aggettivo “Aumentativa” indica come le modalità di comunicazione utilizzate siano tese non a sostituire, ma ad accrescere la comunicazione naturale: l’obiettivo dell’intervento deve essere infatti l’espansione delle capacità comunicative tramite tutte le modalità e tutti i canali a disposizione.
La CAA non è quindi sostitutiva del linguaggio orale e neppure ne inibisce lo sviluppo quando questo è possibile; si traduce invece sempre in sostegno alla relazione, alla comprensione e al pensiero.
Qual è lo scopo di un progetto di CAA?
Lo scopo della CAA è quello di costruire competenze comunicative sia nella persona disabile che nelle persone del suo ambiente di vita. In pratica la CAA si pone l’obiettivo di mettere ogni persona con complessi bisogni comunicativi nelle condizioni di poter attuare scelte, esprimere un rifiuto, un assenso, raccontare, esprimere i propri stati d’animo, influenzare il proprio ambiente e quindi autodeterminarsi diventando protagonista della propria vita.
Chi può beneficiare dell’utilizzo della CAA?
L’intervento di CAA va iniziato il più precocemente possibile, è indicato per tutti coloro che hanno problemi comunicativi, sostiene lo sviluppo cognitivo, la comprensione e il pensiero e infine migliora e contiene i problemi comportamentali. La CAA è indicata per ogni persona che presenta bisogni comunicativi complessi a componente linguistica ricettiva, linguistica espressiva, motoria, cognitiva e visiva. Le condizioni di disabilità che possono richiedere interventi di CAA comprendono condizioni congenite, acquisite, neurologiche evolutive e temporanee.
Ci sono dei prerequisiti per utilizzare la CAA?
Il solo vero prerequisito per intraprendere un intervento di CAA è la presenza di reali opportunità di comunicazione. In CAA non sono necessari altri prerequisiti.
Nei casi di soggetti in cui non è ancora presente intenzionalità comunicativa, si parla di intervento di comunicazione iniziale. Con ciò si intende tutta una serie di interventi rivolti a persone che, indipendentemente dalla loro disabilità e dalla loro età cronologica, necessitano di supporto per “apprendere” che attraverso la comunicazione possono influenzare il loro ambiente di vita.
Com’è strutturata la valutazione e l’intervento nella CAA?
La valutazione e la realizzazione di un progetto di CAA sono processi dinamici e in progressione e vanno gestiti da operatori formati in CAA. Nella valutazione vengono fatte proposte che mettono in gioco da subito le competenze della persona; solo così si può valutare l’effetto che le strategie di CAA hanno sulla comunicazione e sulla partecipazione e si riesce a cogliere la capacità del soggetto di modificarsi. È opportuno, inoltre, creare fin dal primo incontro di valutazione, occasioni comunicative, perché la persona non solo risponda, ma anche inizi l’interazione.
La valutazione in CAA, inoltre, riguarda anche l’ambiente di vita, in particolare gli ambienti significativi per la persona con complessi bisogni comunicativi e la loro influenza sul suo funzionamento comunicativo, cognitivo e sociale. L’integrazione tra casa, scuola/lavoro e luoghi di vita, è cruciale per il buon esito dell’intervento di CAA. Il progetto, infatti, deve essere condiviso da tutti.
Si prevedono frequenti rivalutazioni perché cambiano le abilità cognitive, le condizioni fisiche e i bisogni della persona e quindi occorre modificare strategie, strumenti e ridefinire gli obiettivi dell’intervento.
In un progetto di CAA inizialmente viene identificato, interpretato e valorizzato il sistema di comunicazione esistente, dove per esso si intende l’insieme delle risorse naturali della persona quali gesti, vocalizzi, movimenti del corpo (modalità unaided).
L’identificazione del sistema di comunicazione esistente, infatti, permette di costruire nuove competenze a partire dalle abilità presenti e di consigliare strategie, strumenti e differenti tipi di ausili di comunicazione speciali (modalità aided), che realmente migliorino le possibilità comunicative.
Gli interventi di CAA riguardano tutte le varie forme di comunicazione: la comunicazione faccia a faccia, la comunicazione scritta (lettere, sms, e-mail) e la comunicazione a distanza (telefono), prevedendo quindi soluzioni diverse in base al contesto. In base ai bisogni dell’individuo, possono essere consigliati ausili “high-tech”, come ausili con uscita in voce digitale o sintetica, software e hardware speciali oppure “low-tech”, come tabelle di simboli e lettere.
La CAA deve essere insegnata in modo interattivo e pragmatico e richiede necessariamente che qualsiasi abilità specifica, come imparare i simboli grafici e apprendere una tecnica di selezione dei simboli dalla tabella, venga appresa in situazioni comunicative naturali e realistiche e venga subito tradotta in obiettivi funzionali.
Si può quindi affermare che l’alleanza con i partner comunicativi e un training agli stessi, sia fondamentale per la buona riuscita di un programma di CAA. Infatti, i partner comunicativi possono supportare la comunicazione offrendo contesti stimolanti e vanno quindi aiutati affinché imparino a interagire con successo con chi ha difficoltà comunicative. Per questo devono porre attenzione al proprio linguaggio per favorire la comprensione e devono acquisire diverse strategie specifiche per favorire la comunicazione, l’interazione e l’ampliamento del lessico.
La modalità migliore di formazione per i partner comunicativi dovrebbe prevedere corsi specifici, partecipazione alle sedute di intervento e frequenti momenti di confronto con gli operatori di riferimento per il progetto di CAA circa l’evoluzione del percorso comunicativo del bambino soggetto o persona nella vita quotidiana.
Infine, è molto importante, nell’ambito di un progetto di CAA, individuare uno o più facilitatori, che accompagnino il soggetto nei diversi contesti di vita e che si assumano la responsabilità di supportare i suoi sforzi comunicativi, diventando promotori di relazioni con diversi partner comunicativi.
I professionisti dello Studio Cometa hanno una formazione specifica nell’utilizzo della CAA è possono accompagnarvi in questo progetto.