A cura di: Dott.ssa Dalila Vallino – Logopedista
La lettura dialogica, cioè una modalità di lettura “interattiva” tra adulto e bambino, è senza dubbio uno degli strumenti più efficaci per sostenere l’acquisizione delle competenze linguistiche e per migliorare lo sviluppo cognitivo. Scegliendo i libri adatti e favorendo la partecipazione dei piccoli, i momenti dedicati alla lettura saranno piacevoli e stimolanti per tutta la famiglia.
Si afferma spesso che la lettura di libri ai bambini favorisca lo sviluppo e l’affinamento delle abilità linguistiche. È sicuramente vero, ma come si legge un libro a un bambino? La domanda è meno scontata di quanto possa sembrare e, per sfruttare al meglio le potenzialità della lettura, conviene seguire una serie di pratiche che favoriranno il coinvolgimento attivo del piccolo, che deve essere il vero protagonista dell’esperienza.
La lettura condivisa e dialogica dei libri è un prezioso strumento di “crescita” linguistica per tutti: sia per i bambini che presentano uno sviluppo “tipico” del linguaggio, sia per i cosiddetti “parlatori tardivi”.
IL RUOLO DEI GENITORI NELLO SVILUPPO LINGUISTICO
Affinché i bambini sviluppino efficacemente le proprie abilità di linguaggio devono essere “immersi” in un ambiente linguistico in grado di stimolare il loro interesse e la loro partecipazione attraverso input adeguati.
I bambini che fin da piccoli partecipano a scambi quotidiani con i genitori hanno un vocabolario più ampio e uno sviluppo linguistico più rapido. Infatti il genitore, coinvolgendo il bambino nelle conversazioni, offre più modelli linguistici da imitare e il piccolo sarà stimolato a impiegare le proprie risorse cognitive per imparare il vocabolario, la morfologia e la sintassi della lingua a cui è esposto.
È tuttavia importante precisare che non è la quantità di parole e di frasi impiegata a fare la differenza, ma l’alternanza dei turni di parola, il cui contenuto verrà adattato alle capacità del bambino.
Ci sono bambini che fanno più fatica di altri a sviluppare buone competenze linguistiche e prediligono la comunicazione non verbale rispetto a quella verbale.
I bambini con uno sviluppo lento del linguaggio hanno solitamente difficoltà a partecipare a una conversazione se il flusso del parlato è troppo veloce, complesso e “non sincronizzato” sulle loro capacità, se l’interlocutore parla troppo a lungo oppure se l’argomento non è di loro interesse. Le evidenze scientifiche, però, ci dicono che è di cruciale importanza coinvolgere questi bambini in dialoghi che stimolino la loro attenzione e adatti al loro livello.
COME SCEGLIERE E LEGGERE I PRIMI LIBRI
Per muovere i primi passi verso la “lettura dialogica” non è necessario che i bambini sappiano già parlare, e nemmeno che siano grandi ascoltatori: è una pratica interattiva guidata dalla curiosità del piccolo e volta a potenziare le sue capacità linguistiche e comunicative.
Comprendere a fondo le potenzialità dei propri figli e riflettere sul proprio stile comunicativo di genitore sono requisiti indispensabili per instaurare una corretta “lettura dialogica”, cioè una forma di lettura durante la quale il bambino e l’adulto danno vita a brevi conversazioni, verbali o non verbali, a partire dalle immagini che scoprono nelle pagine.
Il genitore, dunque, può sostenere l’acquisizione delle basi del linguaggio e incoraggiare l’intenzionalità comunicativa del proprio bambino prestando attenzione ai suoi interessi e incoraggiandolo a esprimersi e a condividere con il genitore le proprie scoperte sul mondo.
La scelta del libro
Sono tre le tipologie di libri adatte ai bambini piccoli: i libri sensoriali, i libri descrittivi e i libri che raccontano le routine quotidiane. Solo successivamente si proporranno libri narrativi.
Per i bambini tra i 3 e i 18 mesi, o per i bambini di età superiore ma che sono alla prima esperienza con i libri, i più appropriati sono quelli sensoriali: contengono un’immagine su ogni pagina e una sola parola, spesso ci sono finestrelle che si aprono, inserti con materiali di consistenze diverse che stimolano il tatto, pagine cartonate facili da girare, colori attraenti. Le illustrazioni ritraggono oggetti, persone o animali familiari ai bambini, e possono essere mostrate senza dover rispettare un ordine preciso.
Per i bambini che hanno tra i 18 e i 24 mesi sono molto adatti i libri descrittivi, dedicati a temi specifici (gli animali della fattoria, lo zoo, il parco giochi…). Anche in questo caso le immagini non rispettano una sequenza temporale, per cui le pagine si possono sfogliare in qualsiasi ordine. Il linguaggio è semplice, ogni pagina ha circa una riga di testo. È consigliato scegliere libri con un personaggio principale (umano o animale) presentato in diverse situazioni: il bambino tenderà a identificarvisi.
Ai bambini tra i 24 e i 36 mesi si possono proporre libri che raccontano le routine quotidiane (la merenda, la “buonanotte”, il bagnetto…). Questa tipologia di libri, a differenza delle prime due, prevede una sequenza temporale non modificabile. Le illustrazioni sono di solito accompagnate da uno o due righe di testo. In questa fascia d’età, con i bambini che hanno un’ottima capacità di comprensione, si può provare a utilizzare anche libri che raccontano una storia semplice (narrativi). Solitamente, in questi libri, c’è un problema da affrontare e si narrano i tentativi fatti per risolverlo, fino alla soluzione finale.
Ma quanti libri leggere con il proprio bambino? È probabile che per qualche settimana il piccolo manifesti interesse per lo stesso paio di libri: è bene “sostare” con lui nella lettura dei suoi libri preferiti per il tempo che desidera, infatti i bambini si esprimono più facilmente su un materiale che già conoscono.
La lettura per immagine
Con i bambini piccoli il primo approccio al libro è attraverso la lettura “per immagine”, perché attraverso un input linguistico semplificato da parte dell’adulto, ricco di gestualità e non legato al testo del libro, si aiuta il bambino a focalizzare la propria attenzione sui personaggi principali, gli oggetti e gli eventi raffigurati. L’adulto seguirà gli interessi del piccolo, imitandolo ogni volta che fa gesti, produce suoni o parole. Dare i nomi a ciò che è raffigurato consentirà al bambino di sviluppare il linguaggio. Occorre ripetere la lettura per immagine più volte prima di procedere con una lettura del testo.
Non tutti i bambini mostrano subito interesse per la lettura. Se il piccolo è restio a girare le pagine e a guardare le immagini, può farlo l’adulto, che sfoglierà il libro, indicherà le figure e pronuncerà i nomi. È bene aver cura di usare un’intonazione accattivante ed evitare le frasi lunghe. Non bisogna preoccuparsi se i primi tentativi di lettura durano molto poco: presto il tempo di attenzione del bambino aumenterà, soprattutto se si legge un libro che accende la sua curiosità. Una strategia per rendere più avvincente la lettura per immagini è abbinare oggetti reali a quelli illustrati.
Rendere il bambino protagonista
Dopo aver sperimentato la lettura “per immagine” si passerà alla lettura dialogica vera e propria. Affinché la lettura dialogica sia efficace, è importante che gli adulti che leggono con il bambino riescano a renderlo il vero protagonista dell’esperienza, favorendo la partecipazione gradualmente sempre più attiva a brevi dialoghi intorno alle immagini dei libri e dandogli modo di esprimersi liberamente, con i gesti e con le parole. Le strategie maggiormente utili a rendere il bambino protagonista sono:
- Fare pause frequenti
Bisogna tenere a mente l’importanza delle pause: dopo aver letto una frase di testo, sarà opportuno fermarsi per circa 5 secondi, così da consentire al bambino di guardare le illustrazioni, e di indicare e condividere ciò che trova interessante: i bambini necessitano di tempo per elaborare e comprendere quello che l’adulto legge.
Per questo è importante fare pause frequenti.
- Interpretare i segnali comunicativi
I bambini manifestano il desiderio di comunicare in tanti modi diversi: attraverso lo sguardo, o con gesti spesso associati a vocalizzazioni, oppure con parole e frasi. Sta al genitore cogliere questo sforzo comunicativo e provvedere a interpretare i segnali non verbali.
- Espandere le produzioni verbali
Nei casi in cui i bambini pronuncino una parola, una combinazione di parole o una frase, il genitore può partire dalle produzioni infantili per espanderle: se il bambino dice solo una parola, l’adulto ne combinerà due e così via. La cosa importante è riprendere sempre le parole del piccolo, pronunciandole correttamente, e procedere a espansioni che siano coerenti con le immagini osservate. Questo sarà uno stimolo coerente con le capacità espressive del bambino, che promuoverà l’espansione della frase e lo sviluppo morfosintattico.
- Fare domande a tema
I bambini tra i 2 e i 3 anni sono in grado di partecipare a scambi più articolati, per cui l’obiettivo della lettura dialogica sarà coinvolgerli in conversazioni sempre più lunghe. Più i bambini partecipano attivamente, più avranno la possibilità di esercitare le proprie competenze linguistiche, verbali e non verbali. Bisognerà poi aver cura di porre domande che permettano di mantenere aperto il dialogo e che siano al contempo connesse alle illustrazioni del libro, che rimarranno il cardine attorno al quale ruota lo scambio. Sarebbe opportuno arrivare a scambi conversazionali in cui il bambino prende almeno cinque turni di parola; se ha tra i 30 e i 36 mesi si può continuare il dialogo anche oltre i cinque turni. È bene evitare sequenze incalzanti di domande: la conversazione deve prevedere una concatenazione armonica di domande e commenti, in modo che il bambino non si senta frustrato se non riesce a rispondere.
IL PROGRAMMA OLTRE IL LIBRO
Il programma “Oltre il Libro” è stato ideato dal Prof. Luigi Girolametto e collaboratori ed è un percorso di Parent Coaching rivolto alle famiglie di quei bambini che fra i 2 e i 3 anni presentano un ritardo del linguaggio espressivo, in assenza di accertati disturbi neurologici, sensoriali, cognitivi e relazionali.
Il percorso è strutturato in 6 incontri condotti da un logopedista, in cui il genitore apprenderà come attraverso specifiche tecniche di lettura dialogica, può migliorare la propria comunicazione e relazione con il bambino, aumentare i tempi di attenzione, consentire l’apprendimento di parole nuove e la comparsa e strutturazione della frase.
Il percorso è preceduto da una valutazione preliminare per appurare la presenza, la tipologia e l’entità del ritardo linguistico ed è seguito da controlli per monitorare lo sviluppo del bambino nel tempo.
È dimostrata infatti l’importanza di un intervento precoce nei casi di ritardo del linguaggio, poiché consente di mitigarne notevolmente le conseguenze. Le evidenze, infatti, ci dicono che l’acquisizione del linguaggio ha effetti a cascata sull’apprendimento della scrittura e della lettura, sulla matematica, e in generale sul successo scolastico.
Presso lo Studio Cometa è possibile eseguire tale percorso di intervento precoce sul linguaggio con logopediste formate.