A cura della Dott.ssa Claudia Vernice – Psicologa e Tutor dell’apprendimento
Il termine orientamento, dal punto di vista etimologico, si può ricondurre al latino oriens che significa “oriente, che sorge”; può essere definito come l’atto e l’effetto dell’orientare o dell’orientarsi. Il riferimento alle origini del termine, per l’argomento in questione, è molto importante. Infatti il termine orientamento contiene in sé un’ambivalenza relativa al significato (forma attiva orientare e forma riflessiva orientarsi) che ha inciso in modo decisivo sulla sua definizione teorica e sulle procedure operative correlate e messe in atto nel corso degli anni.
È possibile individuare quattro fasi fondamentali, attraverso le quali si possono ricostruire le diverse concezioni di orientamento e i concetti chiave che ne costituiscono la struttura portante.
- La prima fase, definita diagnostico-attitudinale, risponde al principio dell’ “uomo giusto al posto giusto”; l’obiettivo è il raggiungimento di maggiori profitti e non certo l’autorealizzazione dell’individuo. Lo scopo dell’orientamento in questa fase è quello di determinare la concordanza tra attitudini individuali e i requisiti richiesti da una particolare posizione professionale.
- La fase caratteriologica-affettiva introduce l’importanza della conoscenza del carattere del soggetto; viene raggiunta la consapevolezza che non può essere definito adatto ad una determinata professione un soggetto che “è in grado di fare” grazie alle sue attitudini, ma piuttosto il soggetto che “svolge quelle mansioni con piacere”. Continua a presentarsi come una fase “psicometrica” perché le caratteristiche del soggetto sono comunque esaminate attraverso l’utilizzo di test.
- Il superamento di queste concezioni avviene nella fase denominata clinico-dinamica. Acquisiscono un’importanza fondamentale il vissuto del soggetto, il suo passato e le sue motivazioni inconsce; come metodologia d’indagine si privilegiano il colloquio clinico e i test proiettivi. Ovviamente questa fase si avvale dei contributi della psicoanalisi.
- La fase dello sviluppo vocazionale comprende impostazioni teoriche volte a identificare o i fattori che influenzano direttamente o indirettamente la scelta professionale, o i processi decisionali coinvolti nelle scelte, o i rapporti tra personalità e scelta legati all’ambiente di vita. Questa fase si basa sulla convinzione che la scelta professionale raggiunge la sua maturazione attraverso tappe evolutive che devono essere affrontate e adeguatamente superate.
Il denominatore comune di queste fasi è quello di rifarsi ad un modello orientativo che riserva al soggetto un ruolo passivo mentre il compito dominante è svolto dallo specialista che orienta.
Una riflessione critica sul passato ha portato allo sviluppo di una nuova concezione dell’orientamento considerata più idonea e rispettosa dell’individuo e della sua autonomia. Si parla di fase maturativo-personale che pone al centro dell’intervento orientativo l’autodeterminazione umana. In quest’ottica orientare diventa sinonimo di aiuto all’individuo a prendere coscienza di sé, educandolo alla scelta o meglio al saper scegliere. Inoltre, la consapevolezza dei limiti inerenti alle diverse concezioni ha indotto i teorici che si occupano di questa specifica disciplina a fare un’ulteriore passo avanti proponendo un approccio globalistico-interdisciplinare che tenga conto della globalità della persona in termini di interessi, bisogni, attitudini ma anche di tutta la costellazione di fattori sociali che devono essere conosciuti dal soggetto per poter effettuare una sintesi personale in cui ritrovare la propria identità personale e professionale.
L’orientamento scolastico attualmente inteso in senso educativo è volto alla promozione delle potenzialità individuali ed alla crescita del soggetto verso la libertà, maturità e responsabilità decisionale, nella coscienza di sé e dei suoi fini individuali e sociali. E’ in antitesi con procedure riconducibili alla decisione di orientamento che, al contrario, implica la scelta degli educatori e dell’istituzione e si colloca in una prospettiva direttiva e coattiva abbandonando il vero versante formativo dell’orientamento.
Analizzando gli elementi caratterizzanti una linea di orientamento non direttiva in ambito scolastico, i punti salienti risultano essere i seguenti:
- la consapevolezza dell’istituzione scolastica del proprio ruolo di trasmissione delle conoscenze e formazione di capacità generali in grado di instaurare un processo di apprendimento continuo (imparare ad imparare), come obiettivi formativi all’interno di ogni fascia di scolarità;
- un’attenzione particolare da riservare alla motivazione all’apprendimento dei soggetti;
- la scoperta e l’utilizzo della valenza orientativa delle discipline;
- la formazione negli allievi di capacità autovalutative, autopromozionali, progettuali e di sviluppo del proprio avvenire con relativa competenza decisionale;
- la disponibilità, per i ragazzi, i genitori e gli adulti interessati, di informazioni aggiornate, precise, ed esaustive sia all’interno della scuola che in co-realizzazione con le altre strutture del territorio, relativamente alle offerte formative, i possibili sbocchi professionali, il panorama delle professioni , compreso un loro quadro evolutivo in rapporto alle trasformazioni tecnologiche e la realtà socio-economica che caratterizza il territorio;
- la possibilità di un sostegno individualizzato di tipo psicologico (counseling) individuale, relativo sia alle difficoltà di scelta, alle revisioni critiche delle scelte effettuate, ad eventuali insoddisfazioni o problematiche ostacolanti il benessere e la realizzazione personale, sia alla rimozione di eventuali blocchi e difficoltà di apprendimento e/o socializzazione.
Purtroppo attualmente, rispetto al passato, l’attività di orientamento all’interno dell’istituzione scolastica, per motivi non riconducibili al personale docente, è ridotta ad un mero adempimento burocratico; non tutte le scuole hanno le risorse economiche per sostenere i costi della consulenza di un professionista e, molto spesso, il consiglio orientativo viene fornito sulla base dell’andamento scolastico o sul livello di adattamento dell’adolescente alle richieste del contesto (didattiche e comportamentali). Nella maggior parte dei casi manca una conoscenza autentica del soggetto che deve scegliere, dei suoi punti di forza e delle sue fragilità, non solo in termini scolastici.
La scelta della scuola superiore è un momento molto importante nella vita scolastica di uno studente. Alcuni ragazzi hanno le idee molto chiare sul proprio futuro e sono in grado di prendere una decisione senza ripensamenti, altri ritengono di sapere quale percorso vogliono intraprendere, ma successivamente si rendono conto che la scelta effettuata non era la più adatta a loro. La maggior parte dei ragazzi manifesta incertezza rispetto al proprio futuro e spesso finisce con il seguire i suggerimenti dei genitori o amici che non sempre si rivelano appropriati. È importante coinvolgere totalmente il ragazzo nel processo di scelta e aiutarlo a riflettere su di sé sui propri interessi, sulle aspirazioni ed anche sulle eventuali difficoltà, con la consapevolezza che è difficile scegliere in questo particolare momento evolutivo. Tutto ciò comunque non può essere fatto senza l’aiuto della famiglia e dei docenti.
In molti casi tuttavia rimangono dei dubbi e la famiglia fatica a prendere una decisione definitiva, sentendo il desiderio di un supporto esterno che aiuti il ragazzo ed i genitori a riflettere più approfonditamente suoi vari aspetti coinvolti nella scelta e ad effettuare una sintesi finale.
Alcuni elementi, più di altri, incidono su una presa di decisione consapevole; nello specifico:
- come la persona stessa si vede in quel determinato momento della sua vita, l’immagine quindi che ha di se’;
- il sistema di valori e di significati che la persona si costruisce nel tempo all’interno del suo gruppo sociale;
- l’insieme delle opportunità, ma anche delle restrizioni e dei vincoli che il momento specifico presenta.
Un percorso di orientamento efficace mette la persona nella condizione di:
- sapere quelle che sono le sue caratteristiche personali, le proprie capacità, i suoi interessi, i suoi valori;
- individuare le aree in cui può migliorare;
- essere disponibile al cambiamento;
- accettare l’incertezza che ogni scelta può comportare;
- analizzare correttamente le situazioni;
- assumersi la responsabilità delle proprie scelte e dei problemi che possono sorgere;
- affrontare efficacemente la rinuncia che normalmente una scelta comporta;
- saper affrontare gli ostacoli che potrebbero interporsi.
Presso lo studio Cometa di Ivrea è disponibile un breve percorso di accompagnamento alla scelta, rivolto a ragazzi e genitori che sperimentano una sensibile difficoltà a conciliare le aspettative, o comunque una dimensione “ideale”, con quelli che sono effettivamente le naturali inclinazioni, gli interessi, la personalità e lo stile di apprendimento di chi si trova nella condizione di scegliere il proprio futuro scolastico.