a cura di
Renza Rosiglioni – psicoterapeuta e referente STUDIO COMETA
Elena Mamprin – insegnante scuola Primaria Don Milani
ABSTRACT
La risoluzione dei problemi aritmetici di tipo routinario è un compito complesso che coinvolge diverse abilità fondamentali, tra cui, in particolare, la comprensione del testo, la memoria di lavoro spaziale, la capacità di pianificare e la conoscenza semantica delle quattro operazioni.
Gli studi teorici portano ad evidenziare l’importanza che giocano la memoria di lavoro e le abilità visuo-spaziali nella risoluzione di problemi aritmetici e quanto queste abilità vengano poco potenziate nei metodi scolastici tradizionali.
Da queste considerazioni nasce, nel 2011, il desiderio di sperimentare una nuova didattica nell’insegnamento della risoluzione dei problemi aritmetici. Così, insieme a valide maestre della scuola primaria, si parte per questo lungo viaggio di studio, confronto e sperimentazione alla ricerca di metodologie e materiali innovativi per una didattica più efficace e funzionale basata sugli studi delle neuroscienze in relazione all’apprendimento.
Ad oggi, il progetto Problemi Creativi ha concluso tre sperimentazioni producendo materiali e competenze didattiche di notevole interesse. In questo video avete modo di ascoltare i commenti delle insegnanti e dei bambini che hanno partecipato all’ultima sperimentazione conclusa a giugno 2017.
DEFINIZIONE DEL PROGETTO
Il problem solving, ovvero la capacità di risoluzione dei problemi, è una delle principali attività mentali che utilizziamo quotidianamente nell’affrontare le problematiche della vita di tutti i giorni. Tale capacità può essere incrementata e sviluppata ed è importante che anche i bambini abbiano delle basi solide su cui costruire questo tipo di competenza. Durante il periodo scolastico i bambini iniziano ad utilizzare una forma particolare di problem solving mentale nel momento in cui affrontano i problemi di aritmetica e di geometria. A questo proposito, recenti ricerche fatte nel nostro paese dimostrano che l’apprendimento matematico è spesso carente e che c’è un’alta percentuale di bambini con grosse difficoltà in questo settore.
Generalmente, per un bambino risolvere un problema aritmetico significa seguire una procedura: leggere un testo, scrivere i dati, fare un calcolo e scrivere una risposta. Egli difficilmente è consapevole del fatto che risolvere un problema aritmetico significhi fare una scoperta, individuare indizi e metterli in relazione.
Nel progetto Problemi Creativi, il nostro primo obiettivo è stato quello di sviluppare nei bambini una riflessione metacognitiva, ossia un’attenzione e una curiosità per come lavora il nostro cervello mentre cerca una soluzione.
Spesso, per gli allievi, un problema aritmetico è una situazione che crea disagio cognitivo ed emotivo. Frequentemente qualcosa non torna rispetto ai dati di riferimento, e ciò crea una sensazione di disorientamento che porta i bambini a tirare ad indovinare la procedura da attuare. I bambini cattivi solutori non avviano proprio un processo di ricerca di una soluzione, di pianificazione di una sequenza di azioni con monitoraggio continuo del proprio procedere. il bambino non sa che il problema aritmetico è una rappresentazione di quantità, quantità che hanno un’organizzazione logica e visuo-spaziale, e che la soluzione si può trovare se si costruisce adeguatamente, passo dopo passo, tale rappresentazione prendendo il via dalla domanda, la quale determina, a sua volta, è il collegamento sintattico tra le parti.
L’obiettivo del progetto Problemi Creativi è stato quello di sensibilizzare le insegnanti della scuola primaria ad un insegnamento del problem solving aritmetico che favorisse lo sviluppo della competenza linguistica, dello sviluppo delle abilità visuo-spaziali, dello sviluppo della memoria di lavoro verbale e visuo-spaziale e delle abilità di pianificazione attivate durante il processo di comprensione del testo e soluzione di un problema aritmetico in una prospettiva neuroscientifica.
La sperimentazione didattica, attuata a partire dal 2011, ha rappresentato un lungo lavoro di ricerca volto a promuovere un approccio diverso all’insegnamento della soluzione dei problemi, che è ormai diventato prassi quotidiana in molte classi del nostro territorio. Poiché la ricerca ha evidenziato, come le aree più coinvolte, quando si introducono i problemi, siano, oltre alla sfera cognitiva, l’area motorio-prassica e quella visuo-spaziale, nel corso della sperimentazione gli insegnanti hanno privilegiato l’uso degli schemi spaziali, riducendo al minimo le tante spiegazioni verbali (ampliamente usate nella didattica tradizionale) che sembravano più disorientare che aiutare i bambini nella soluzione dei problemi. Questa modalità di lavoro ha permesso di comprendere come attraverso il problem solving aritmetico si possano sviluppare competenze trasversali favorendo la motivazione, la comunicazione, lo spirito di iniziativa, la creatività, il pensiero critico, la rappresentazione mentale, la pianificazione e, soprattutto, l’ “apprendere ad apprendere”.
Oggi sempre di più, anche a partire dalle nuove Indicazioni, si prospetta una nuova didattica nell’area matematica. In particolare in esse si sottolinea quanto “Le conoscenze matematiche contribuiscono alla formazione culturale delle persone e delle comunità, sviluppando le capacità di mettere in stretto rapporto il “pensare” e il “fare”…….” ponendo l’accento su quanto sia importante una didattica laboratoriale in cui l’alunno è elemento attivo: “ In matematica, come nelle altre discipline scientifiche, è elemento fondamentale il laboratorio, inteso sia come luogo fisico sia come momento in cui l’alunno è attivo, formula le proprie ipotesi e ne controlla le conseguenze, progetta e sperimenta, discute e argomenta le proprie scelte, impara a raccogliere dati, negozia e costruisce significati, porta a conclusioni temporanee e a nuove aperture la costruzione delle conoscenze personali e collettive”.
In particolare nella soluzione dei problemi si individua come elemento determinante quanto “Caratteristica della pratica matematica è la risoluzione di problemi, che devono essere intesi come questioni autentiche e significative, legate alla vita quotidiana, e non solo esercizi a carattere ripetitivo o quesiti ai quali si risponde semplicemente ricordando una definizione o una regola” La matematica si sottolinea ancora nelle indicazioni “non deve essere ridotta a un insieme di regole da memorizzare e applicare, ma riconosciuta e apprezzata come contesto per affrontare e porsi problemi significativi e per esplorare e percepire relazioni e strutture che si ritrovano e ricorrono in natura e nelle creazioni dell’uomo.”
Il progetto Problemi Creativi veniva svolto dagli insegnanti, durante le loro ore di lezione e, per un’ora e mezza alla settimana, con la collaborazione degli esperti di psicologia dell’apprendimento. Il lavoro veniva svolto su tutta la classe, ma si poneva particolare attenzione ai bambini cattivi solutori.
Tutte le attività individuate riguardavano il potenziamento di competenze relative allo sviluppo dell’apprendimento del problem solving aritmetico rispettando il più possibile il modello neuropsicologico di riferimento (Lucangeli 2004).
Sono state selezionate le seguenti attività:
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Tutte le attività erano corredate da materiali specifici creati appositamente per il progetto. Le attività venivano svolte a livello classe, apiccoli gruppi, a coppia o individualmente.
Il progetto Problemi Creativi è stato rivolto a bambini dalla III classe alla V classe della scuola primaria. Nell’anno scolastico in corso (2017-18) inizierà una nuova sperimentazione che vede come protagonisti i bambini dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia e della prima classe della scuola primaria.