Articolo a cura di Dott. Filippo Samperi – Psicologo, Psicoterapeuta e Tutor dell’Apprendimento
Negli ultimi anni si sente parlare sempre più spesso di intelligenza artificiale. Dal campo della salute all’industria, dall’istruzione al settore finanziario, questa tecnologia sta rivoluzionando le dinamiche sociali ed economiche, plasmando un futuro che un tempo sembrava appartenere solo alla fantascienza.
L’intelligenza artificiale non è più un concetto astratto confinato ai laboratori di ricerca, ma un compagno di viaggio nelle nostre esperienze quotidiane. Il rapido progresso in questo settore, dagli assistenti vocali integrati nei nostri cellulari ai più recenti software con i quali possiamo chattare e ricevere risposte articolate su qualsiasi argomento, porta a doverci adattare al più presto a queste nuove tecnologie.
La scuola è certamente uno dei contesti in cui questo adattamento deve avvenire rapidamente, perché i ragazzi sono già abituati ad utilizzare questo tipo di tecnologia per aiutarsi nello svolgimento dei compiti a casa. Sempre più adolescenti infatti si affidano a strumenti come ChatGPT chiedendo, ad esempio, di elaborare una analisi della poesia “Ossi di seppia” di Eugenio Montale con un commento personale e ricevendo, nel giro di qualche secondo, testi originali di cui sarà pressoché impossibile riconoscere la provenienza.
Su questo tema si è espressa Daniela Lucangeli, professoressa ordinaria di Psicologia dell’educazione e dello sviluppo presso l’Università deli studi di Padova, spiegando che l’intelligenza umana è profondamente diversa rispetto a quella artificiale. La nostra intelligenza infatti non è razionale, algoritmica, semantica e organizzata gerarchicamente per funzioni ma è emozionale, cioè sente e trasforma questo sentire in informazioni. Queste informazioni ci aiutano quindi a distinguere se qualcosa è potenzialmente pericoloso per noi oppure se è qualcosa che ci fa bene e di cui abbiamo bisogno. Sono le emozioni dunque che guidano le nostre capacità cognitive e non c’è intelligenza artificiale che possa sostituirle. Se abbiamo il timore che l’intelligenza artificiale possa sostituire quella umana, allora è necessario educare all’autonomia e al discernimento, cioè educare i ragazzi a sapere quando possono utilizzare questo strumento.
Quali possono essere quindi le occasioni più opportune per utilizzare l’intelligenza artificiale nello svolgimento dei compiti a casa? Invece di essere utilizzata come comodo e pronto strumento per “copiare” i compiti assegnati, l’intelligenza artificiale può sfruttare dati in tempo reale e algoritmi avanzati per personalizzare l’esperienza di apprendimento, adattando il livello di difficoltà in base alle esigenze individuali degli studenti. Questo approccio mirato contribuisce a massimizzare l’efficacia dell’istruzione, rendendo l’apprendimento più coinvolgente e gratificante per ogni singolo studente.
Attualmente esistono diversi programmi e app (ad esempio Khan Accademy, Duolinguo) che sono in grado di sfruttare l’intelligenza artificiale per proporre agli studenti degli esercizi basati sulle loro competenze. Con questo approccio anche gli studenti con maggiori difficoltà potranno essere meno tentati dall’utilizzare un software che svolga un compito da loro considerato troppo difficile, poiché verranno proposte delle attività studiate appositamente per loro sull’argomento trattato in classe.
Procedendo in questa prospettiva, all’atto pratico non sarà quindi necessario assegnare gli stessi esercizi per tutta la classe, ma ogni alunno potrà mettere alla prova le sue competenze utilizzando questi specifici programmi. L’insegnante indicherà quanti (ma non quali) esercizi saranno utili per esercitarsi e potrà monitorare il tempo impiegato per lo svolgimento dei compiti per ogni alunno e il numero di errori. Oltretutto sarà possibile verificare quale, tra gli argomenti affrontati in classe, non sia stato del tutto acquisito da parte degli allievi. Inoltre i ragazzi potranno correggere i loro compiti in autonomia e capire gli errori commessi, in quanto l’intelligenza artificiale è in grado di offrire spiegazioni aggiuntive, risorse o suggerimenti personalizzati ai singoli studenti e quindi potrà aiutarli a comprendere meglio i compiti e a superare eventuali difficoltà.
In conclusione, l’intelligenza artificiale è uno strumento, ma la sua efficacia dipende dalla competenza umana nell’interpretare e utilizzare i risultati. Non è possibile evitare il processo di innovazione tecnologica, è necessario però educare i ragazzi a sapere come e quando utilizzare entrambe le intelligenze, quella umana e quella artificiale, facendo in modo che convivano e collaborino.